Arte dei suoni ovvero la musica

Arte dei suoni, ovvero la musica

La musica è un’arte che si esprime mediante i suoni; arte astratta per eccellenza, che non conosce limiti di contenuto, che si rivolge prima allo spirito e poi all’intelletto, e per la quale si concretano dei sentimenti, o meglio un substrato di sentimenti che, componendosi nell’intimo dell’artista, determinano sempre nuove combinazioni degli elementi sonori. Sul piano estetico è impossibile, o almeno improprio, schematizzare e circoscrivere stili, forme, maniere o mezzi d’espressione.

E’ un’immagine di un atto di creazione, attività soggettiva fecondata che raggiunge una forma estetica, appare come una naturale inclinazione nell’uomo, il quale, se pure segue indirizzi diversi nelle varie epoche storiche e affina le proprie possibilità con la ricerca di nuovi ritrovati tecnici, sempre ha cercato in quest’arte il supremo slancio di una spiritualità istintiva.

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Libro nel mondo antico

Libro nel mondo antico

Il libro è un complesso di fogli, stampati o scritti, legati insieme a costituire un volume di determinato formato, munito di copertina e rilegato. Si distingue il libro a stampa ed il libro manoscritto (detto anche codice). Rispetto al suo spessore il libro si dice anche opuscolo quando non raggiunge le 100 pagine. Si distingue inoltre per i vari tipi di legatura. Diverse locuzioni infine distinguono il libro per il suo stato, il suo contenuto, il suo scopo, la sua origine, ecc. Per la schedatura e la conservazione dei libri nel mondo si usano le biblioteche.

Le più antiche materie scrittorie furono le pareti delle rupi e delle caverne, sulle quali l’uomo primitivo incise segni ideografici. Successivamente si scrisse su foglio (da qui il nome «foglio»), sulla parte interna della corteccia e sul legno interno dell’albero. Altre materie scrittorie dei popoli dell’antichità furono i mattoni, le tavolette e i cilindri d’argilla e di terracotta, i cocci di stoviglie graffiti (ostraka).

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Che differenza c’è tra sapere e sapienza?

Utilizzate spesso come sinonimi intercambiabili, non tutti in realtà sono a conoscenza del fatto che si tratta di due cose diametralmente opposte. Scopriamo quindi che differenza che tra sapere e sapienza. Il sapere è la scienza e la cultura in quanto possedute coscientemente dall’individuo. Nella filosofia antica il sapere è stato sinonimo di sapienza e di scienza fino ad Eraclito e soprattutto a Socrate che si riconosceva possessore della sapienza per il fatto che sapeva di non sapere.

Questo disilludere dal poter sapere, soprattutto nei riguardi del proprio essere, è stato motivo dominante nelle scuole post-socratiche e anche nel platonismo cristiano (la dotta ignorantia del Cusano). Aristotele distinse fra sapere primitivo o spontaneo, che si limita all’esperienza, e sapere riflesso o razionale promosso dalla curiosità sapere che ogni uomo ha in sé e che si distingue per la sua oggettività e per il suo obbiettivo che è la conoscenza delle cause. Nell’Ellenismo il sapere è un inventario della cultura umana, come veniva fatta dai dotti dello stampo di Varrone, per il gusto del sapere.

Il sapere per il sapere. Di una simile concezione risentirà anche l’umanesimo. La nozione contemporanea di sapere fece la comparsa nella filosofia moderna con Cartesio: esso è soggettivo, in quanto è ricercato da un principio razionale attivo dell’individuo. Per Hume, essendo caratteristica del sapere la certezza, è possibile solo un sapere matematico, mentre si esclude un sapere anche nei confronti delle scienze fisiche basate sulle ipotesi. Limitato è anche il sapere kantiano che investe i soli fenomeni. Per Hegel invece è possibile un sapere assoluto che consiste nell’autocomprensione dello spirito quale attualità esistente e quale attività cosmica e storica nel suo divenire.

La sapienza in quanto saggezza

La sapienza, invece, indica in genere un profondo affinamento intellettuale e morale. La sapienza somiglia parecchio alla saggezza, con la differenza tuttavia che nota dominante della sapienza è la perfezione intellettuale, mentre il concetto di saggezza accentua maggiormente l’aspetto morale e pratico. La sapienza si distingue dal sapere per il suo campo ristretto alle ultime cause delle cose, mentre il sapere spazia nel campo scientifico e non contempla la perfezione morale del soggetto che sa.

Si distingue inoltre dalla prudenza, perché questa è solo una delle virtú intellettuali e morali che caratterizzano la sapienza. Particolarmente coltivata nel platonismo e neoplatonismo, la sapienza è ivi intesa come ideale della filosofia nel suo tendere alle verità eterne. Per Bonaventura la sapienza è l’ultima perfezione e pacificazione dello spirito, quale sintesi di scienza e santità, pienezza di conoscenza e di affettività che deriva dall’intimo esperire il mistero di Dio, mediante la fede, l’adorazione e l’amore. Per questo essa è anche detta a unione mistica e dotta ignorantia.

Forno a microonde indispensabile in cucina, diffuso ormai in tutte le case

Questa passione per i microonde è nata negli anni duemila in Italia, ma la possibilità di cuocere il cibo con le microonde è stata scoperta molti anni prima.  Correva l’anno 1945 quando venne scoperta e nel 1947 venne creato il primo vero forno a microonde, venne chiamato Radarange, e pesava circa 340 kg.

Da lì in poi furono brevettate e destinate alla commercializzazione molti modelli a prezzi esorbitanti. Solo negli anni 70, complice l’abbassamento dei prezzi, questa tecnologia ha avuto modo di entrare in tantissime cucine degli stati uniti.

L’uso del microonde

All’inizio della diffusione di questo prodotto si pensava fosse utile solo per scongelare cibi, o scaldare pasti già pronti. Venne poi scoperta e diffusa la cultura della cottura a microonde, di cui tutt’oggi alcuni sono all’oscuro.

Per esempio, si possono cucinare verdure, anche al vapore con le apposite vaporiere per microonde, così come riso e pasta nei rispettivi contenitori dedicati a quel tipo di cottura.

C’è anche la “Vasocottura”, non ancora molto diffusa, ma molto pregiata in quanto più salutare di altri tipi di cucina perché si cuoce tutto in un unico vaso, inserendo tutti gli ingredienti al suo interno e in questo modo tutti i nutrienti presenti nel cibo, così come i sapori, rimangono pressochè invariati.

Da qualche anno è stato integrato nel forno a microonde, la possibilità di utilizzare il grill, che elimina definitivamente una, se non l’unica, pecca di questo elettrodomestico ovvero il fatto di non poter rendere la cottura anche croccante, cosa ora invece possibile grazie a questo miglioramento che lo rende molto simile ad un forno da cucina tradizionale.

Ma il microonde è davvero molto utilizzato ormai nelle cucine, per preparare pasti veloci e senza sporcare i fornelli, ecco perché basta conoscerlo, cercando ricettine sfiziose nel web, perché diventi il nostro migliore amico.

Sicurezza nell’uso e possibili pericoli

Per quanto comodo, ha anche dei limiti. C’è da senz’altro da capire come scegliere il microonde giusto e che sfrutta le onde elettromagnetiche in un modo efficace, per questo motivo alcuni materiali come: alluminio e metalli in genere, carta o del materiale non trasparente per le microonde, non possono essere introdotti all’interno del forno a microonde acceso, poiché possono indurre la creazione di scintille all’interno dello stesso e quindi far prendere fuoco oltre che contaminare con materiale tossico gli alimenti.

È anche consigliato per alimenti naturali o non, che non hanno uno “sfiato” per il vapore che si creerebbe all’interno con la cottura e quindi evaporazione dell’acqua contenuta negli stessi, di effettuare dei piccoli buchi su più lati, per evitare un’esplosione che altrimenti potrebbe accadere durante la cottura, qualche esempio: mele, patate, arance o contenitori con sovrapposta pellicola quando si vuol scaldare delle pietanze, bucherellando in questo caso la pellicola.

Le uova (intere) invece non si possono cuocere nel forno a microonde se non utilizzando un contenitore adatto e abbondante acqua, in quanto l’uovo, come per gli alimenti di cui spiegato in precedenza, è uniforme e non ha modo di far uscire il vapore che si crea all’interno nella cottura, con la sola differenza che l’uovo non si può bucherellare, altrimenti si farebbe una frittata!

L’impastatrice planetaria: un’amica di famiglia

E’ un dato di fatto che alcuni elettrodomestici sono ormai diventati preziosi alleati della vita familiare.

Come sarebbe la nostra vita senza lavatrice? O senza forno? O senza aspirapolvere? Difficile immaginarlo. Siamo troppo abituati a vivere con gli elettrodomestici per pensare – anche solo lontanamente – a come potremmo vivere senza.

L’impastatrice planetaria: la regina dei nuovi elettrodomestici

Una rapida occhiata alla vita casalinga moderna rende immediatamente evidente l’estrema avanguardia che caratterizza gli elettrodomestici che ci circondano. Ma soprattutto la presenza di strumenti nuovi: macchinari che fino a pochi anni fa erano utilizzati solamente dagli addetti ai lavori e che oggi sono parte integrante delle nostre case.

La macchina impastatrice planetaria entra a pieno titolo in questa categoria. Uso esclusivo di cuochi, pasticceri e panettieri fino a qualche anno fa, la planetaria ha fatto da pochi anni il suo ingresso nelle nostre cucine e, spesso e volentieri, la sua entrata e permanenza sono state a dir poco “trionfali” (tanto da non poterne più fare a meno).

Impastatrice planetaria: cos’è e cosa fa

Strumento di medie/piccole dimensioni, ha una funzione molto semplice: impasta, amalgama e monta. Il tutto attraverso un movimento rotatorio, simile a quello dei pianeti, grazie al quale si è meritata il suo simpatico nome.

Descritta così, la planetaria non si colloca esattamente nella lista degli elettrodomestici indispensabili in cucina. Anzi, può forse sembrare un oggetto sopravvalutato e addirittura “pretenzioso”. Veramente c’è qualcuno che ha tempo e voglia di fare il pane? In casa? Sorprendentemente la risposta è sì.

Ricerche ben documentate dimostrano che la recente tendenza domestica prevede una produzione casalinga sempre maggiore di alimenti solitamente acquistati. E quindi pane, dolci di diversa natura e dimensioni, timballi … Ecco che allora non serve più avere sofisticate esigenze culinarie per giustificare la presenza della planetaria. Basta semplicemente il desiderio di mangiare in modo più sano.

Una preziosa alleata in cucina

Ma c’e’ di più. Perché la planetaria non solo consente una cucina in perfetta regola, a prova di nutrizionista, ma permette anche – e soprattutto – di avere quella libertà di azione e quella ottimizzazione di tempo ed energie che le donne di oggi cercano.

Già dai primi utilizzi emergono subito i vantaggi dell’impastatrice: il primo, e forse più evidente, e’ che si riduce al minimo la fatica fisica! E se da un lato verrà forse a mancare il piacere di lavorare gli impasti a mano, il lavoro in autonomia della planetaria permettera’ sicuramente di apprezzare il risparmio di energie fisiche, soprattutto quando si parla di lunghe lavorazioni. Energie che possono essere dirette verso altre attività, permettendo così di gestire più faccende contemporaneamente.

Non meno importante e’ il molteplice uso che se ne può fare. I modelli di oggi sono infatti particolarmente raffinati e moderni e grazie alle diverse tipologie di fruste (a filo, a gancio, piatta), di velocità e di modello, si può preparare veramente di tutto: pane e dolci di grandi dimensioni ma anche muffin, meringhe, timballi … Anche avendo poco tempo a disposizione!

La varietà di planetarie oggi presente sul mercato soddisfa qualsiasi esigenza. Prezzo, dimensioni, meccanica … ogni necessità di portafoglio e di funzionalità sarà ampiamente accontentata. L’importante è studiare bene l’offerta e valutare quale strumento e’ più in linea con le diverse situazioni personali/familiari.

Una volta scelto il modello e fatti i primi esperimenti, l’investimento iniziale si trasformerà subito in un incredibile risparmio!

Dall’aiuto in cucina al diventare una nuova amica di famiglia il passo è veramente breve. Aumentano le creazioni culinarie, i desideri di sperimentare nuove prelibatezze, viene soddisfatta l’esigenza di mangiare sano, pur continuando ad avere tempo e libertà di movimento in casa. Cosa volere di più? Buon appetito!

Vapore e infrarossi: la piastra per capelli che non ti aspetti

Si era soliti abbinare l’utilizzo della piastra per capelli a una scarsa considerazione per la salute del capello stesso. La piastra per capelli, fino a qualche anno fa, serviva del resto quasi unicamente per lisciare efficacemente la capigliatura, e a qualunque costo… anche quello di trovarsi con capelli secchi, sfibrati e pieni di doppie punte. Ma dritti come uno spaghetto.

Questo apparecchio, però, ha saputo evolversi di pari passo con l’evoluzione della tecnologia e oggi sul mercato si trova un’ampia gamma di modelli che servono ai più svariati scopi. Lisciare o arricciare, dare volume oppure toglierlo, ma anche curare e idratare capelli e cuoio capelluto. La piastra per capelli non è più nemmeno un accessorio “da quattro soldi”: lo sapevate che esistono modelli che superano i cinquecento euro?

La nuova piastra si prende cura del capello

È interessante osservare come l’innovazione tecnologica sia entrata nel mondo delle piastre per capelli. Dalle rudimentali piastre di ferro arroventato siamo passati a modelli a vapore e infrarossi, che si affiancano a quelli più basici che continuano a sfruttare la conduzione termica per disciplinare il capello. Ma la miglior piastra per capelli moderna e super tecnologica cosa fa in più rispetto ad una vecchio stile?

Sono talmente diverse le varie tecnologie che il paragone è quasi improprio. Tutte e tre le tipologie di piastre sfruttano il calore per modellare il capello, ma c’è modo e modo di farlo. La piastra a infrarossi è quella più innovativa nonché costosa; utilizza i raggi infrarossi per penetrare nel capello e scaldarlo dall’interno verso l’esterno. Non c’è stress termico per il capello e la sua struttura nonché la sua idratazione vengono preservate.

La piastra a vapore è più simile a quella tradizionale, ma sfrutta il calore generato dal surriscaldamento dell’acqua per modellare i capelli tramite il vapore caldo; il beneficio facilmente intuibile è che il vapore contribuisce a idratare capelli e cute, oltre a garantire una messa in piega più duratura proprio grazie alla maggiore idratazione. Lo shock termico per il capello è più contenuto rispetto alla piastra tradizionale.

Messa in piega? No, seduta curativa

Se qualcuno dovesse raccontarvi di come ha curato la propria capigliatura grazie all’utilizzo di una piastra per capelli, ora che avete queste informazioni non vi stupirete più. Molte piastre per capelli utilizzano anche uno ionizzatore per aumentare l’effetto idratante: gli ioni negativi generati interagiscono con gli ioni positivi delle molecole d’acqua presenti sul capello, favorendone la penetrazione all’interno del capello stesso. Lo ionizzatore inoltre annulla la carica elettrostatica presente sui capelli.

È un falso mito invece quello che vedrebbe la piastra per i capelli alleata nella lotta alle lendini, le uova di pidocchio che spesso infestano le teste dei bambini in età scolare. Il principio in base al quale potrebbero aiutare non è dei più salutari: sarebbero efficaci in virtù dello shock termico che riescono a causare, in grado di cuocere letteralmente le lendini. Il rischio di bruciare capelli e cuoio capelluto è però concreto.

Come dal parrucchiere, però a casa

La strada è tracciata dunque: da strumento economico per una soluzione rapida e non sofisticata al problema della piega, la piastra per capelli sta diventando un apparecchio raffinato, multifunzionale, in grado di sostituire almeno in parte i servizi di un buon parrucchiere. L’investimento economico in molti casi non è trascurabile, ma in un mondo sempre più distanziato socialmente il fai da te diventa un’opzione sempre più concreta.

Come utilizzare una idropulitrice

Le stagioni più calde ci consentono di svolgere numerose attività all’aperto e di godere, finalmente, del clima favorevole. Tuttavia, è proprio allora che fango, muffa, polline, residui e inquinamento agiscono maggiormente, coprendo e sporcando rapidamente ogni superficie.

Un’idropulitrice è lo strumento ideale per restituire alle superfici esterne un aspetto fresco e pulito. Essa consente di svolgere in pochi minuti un lavoro che richiederebbe ore, se effettuato manualmente. Mentre è possibile avere un’idea di quali dimensioni e potenza rispondano alle proprie necessità, scegliere ed utilizzare correttamente un’idropulitrice richiedono tempo e pratica.

Elettrica o a scoppio

Che si tratti di idropulitrice acqua calda o di una con motore a scoppio, la struttura e funzionalità di tale utensile rimangono le stesse: una pompa si occupa di pressurizzare l’acqua proveniente da un rubinetto esterno fino a raggiungere la forza adeguata e di condurla attraverso un ugello spray, il quale sarà operato per indirizzare correttamente il getto d’acqua.

Più alta sarà la pressione, misurata in bar, più efficiente risulterà l’azione pulente. Per un utilizzo hobbistico e non molto frequente, si potrà notare che una pressione tra i 100 e i 150 bar risulta più che efficace per svolgere ogni tipo di pulitura esterna. Nel caso si necessiti di prestazioni più elevate, alcuni modelli, solitamente con motore a scoppio, offrono fino a 500 bar di pressione.

Scegliere la bocchetta

Conoscerne le caratteristiche è molto importante, ma imparare ad utilizzare idropulitrice nel modo corretto può rendere il nostro lavoro ancora più efficiente. Se vi è la possibilità, scegliere la bocchetta adatta alle proprie necessità può facilitare non poco la pulitura. Diverse bocchette modificano la configurazione con cui l’acqua viene espulsa.

Una configurazione più ampia risulterà in una pressione minore e sarà più adatta al risciacquo o al lavaggio con detergenti. Rendere il getto più ristretto e concentrato, invece, determinerà una pressione maggiore, la quale sarà più efficace per l’eliminazione di macchie ostinate e in profondità.

Il primo utilizzo

Prima di avviare la idropulitrice, è opportuno verificare che la fonte idrica dalla quale si attinge potrà soddisfare i requisiti minimi dell’utensile e che non siano presenti detriti o ostacoli di alcun genere, in modo tale che l’acqua riesca a scorrere correttamente.

Premere il grilletto di cui l’ugello è dotato permette, inoltre, di eliminare eventuale aria residua e di liberare il canale. 
Da questo momento, si può aprire completamente il rubinetto dell’acqua che alimenterà l’idropulitrice. Si consiglia di far scorrere acqua per circa un minuto, così da eliminare tutta l’aria e preparare l’utensile. La bocchetta andrà impostata su un getto più morbido, in modo da evitare rinculo e perdita di controllo dello strumento. Successivamente, è possibile avviare l’idropulitrice.

Se si tratta di un modello con motore a scoppio, è consigliabile bilanciare con un piede la forza necessaria allo “strappo” e all’avvio della macchina. Per ottenere un risultato ideale senza danneggiare le superfici, è opportuno testare prima il livello di pressione e la configurazione del getto d’acqua in un luogo sicuro.
Operando all’esterno, proteggere piante e oggetti fragili con un telo può prevenire eventuali danni.

Nel momento in cui ci si appresta a pulire una superficie, occorre mantenere il getto d’acqua ad un’angolazione di 45° rispetto ad essa e muovere in maniera omogenea l’ugello, così da eliminare efficacemente lo sporco, invece di spingerlo ancora più in profondità.
Infine, si consiglia di non utilizzare l’idropulitrice per il lavaggio di finestre, le quali, a causa dell’alta pressione, potrebbero danneggiarsi.

Registrazione video via Blu Ray

Registrazione video via Blu Ray

Gli appassionati di cinema in questi ultimi anni si sono dovuti aggiornare e offrire dei dettagli di un certo tipo alla visione dei cinema da casa. Tutto questo è stato possibile grazie al Blu-Ray, una tecnologia che ha rinnovato lo standard di memorizzazione e riproduzione di filmati di altissima definizione.

Questo tipo di formato non è supportato solo dai lettori abilitati ma anche da console per giochi che permettono di vedere tranquillamente film in questo formato. La qualità della definizione non è l’unico pregio del Blu Ray, infatti, il disco ha una grande capacitò di integrare tantissime quantità di byte capaci di archiviare all’interno di un singolo supporto un massimo di 100Gb. L’alta definizione va di moda e per questo i Blu Ray sono sempre diventati più famosi.

Il nome è stato scelto per via del raggio laser che è proprio di colore blu. Ogni volta che il raggio laser procede con l’incisione, va a penetrare tutti i bit che a loro volta generano gli archivi dei file che contengono l’informazione finale. E’ sufficiente pensare che quest’operazione viene ripetuta milioni di volte prima di ottenere il processo finale.

Rivoluzione Blu Ray

Come si registra con uno dei lettori Blu Ray 3d e soprattutto per quale motivo, visto che si può utilizzare un DVD? Possiamo dire che questo formato ha fatto la sua storia, offrendo innumerevoli possibilità di archiviazione, ora è il momento di lasciare spazio a un dispositivo che permette di ottenere la qualità migliore in assoluto.

Ovviamente per scegliere il metodo migliore di registrazione, non dovrete far altro che optare per i supporti disponibili, i BD-R che possono essere registrati solo una volta, i BD Re Riscrivibili e i B Rom che sono di solo lettura solitamente utilizzati per i film commerciali. I primi riescono a garantire fino a 9 ore di autonomia per filmati di alta risoluzione per 23 ore in risoluzione normali.

La versione che supporta 8 cm da 7,5 gb è utilizzata per le video camere DG e per registrare filmati HD con autonomia di 60 minuti.  I masterizzatori Blu Ray permettono di avere una velocità di scrittura con i BD – R.

Sinergia tra Blu Ray e computer

Grazie all’enorme diffusione dei pc è stato necessario aggiornare anche i Blu Ray Disc da 25 o 50 Gb, i computer di ultima generazione hanno al loro interno schede video audio e possono leggere senza problema questo formato. I nuovi formati come WinDVD Plus Blu Ray può essere utilizzato senza problemi. Assicuratevi che il vostro lettore ottico supporti questo formato per evitare problemi di compatibilità.

divisione artificiale tra solidi e liquidi

Essiccatore: la divisione artificiale tra solidi e liquidi

A che cosa serve l’essiccatore? Si tratta di un apparecchio molto utilizzato in cucina per effettuare l’essiccazione dei liquidi dispersi in materiali solidi. In sostanza di un prodotto che divide i solidi dai liquidi, nella maggior parte dei casi, questo prodotto non genera nessuna trasformazione chimica agli alimenti.

Per parlare in termini più specifici, possiamo ricordare che l’essiccatore non è altro che un prodotto che trasferisce la massa dell’alimento, mediante evaporazione di un composto.

Il processo di essiccamento

L’essiccatore funziona in due modi o per via termica o tramite adsorbimento, utilizzato soprattutto in piccole applicazioni. La separazione viene eseguita con i metodi diversi che spesso dipendono dalla natura del composto e dal liquido disperso.

Alcuni essiccatori vengono utilizzati all’interno di laboratori chimici, la loro funzione è quella di mantenere asciutte le sostanze che assorbono l’umidità all’interno di un recipiente di vetro spesso con coperchio. La procedura, prevede che l’altezza del recipienti sia sul piano forato in ceramica, dove tutte le sostanze vengono appoggiate per assorbire l’umidità.

In questa fase essiccatrice viene ingrassato con del silicone per isolare l’interno e alla sommità è presente una valvola collegabile ad una pompa meccanica per porre sottovuoto.

L’essiccamento termico

Come avviene l’essiccamento termico? In questo caso la separazione viene eseguita con un cambio di fase, da liquida a gassosa. Gli essiccatori termici in questo caso, sono utilizzati per impiegare una grande varietà di installazione come il trattamento del legno verde o di altri materiali.

Per l’essiccamento termico del legno, la procedura è quella di ottenere un prodotto trattato in maniera stabile e lavorabile. I processi di essiccamento via termica sono innumerevoli, nella maggior parte dei casi, sono utilizzate nei casi in cui il prodotto da separare è l’acqua o un composto simile.

Spesso la separazione del prodotto bollente richiede in quasi la totalità dei casi, l’utilizzo di un vettore, sempre gassoso alla temperatura di funzionamento. Desideriamo ricordarvi che la somministrazione di energia necessarie al cambiamento in fase può essere eseguita tramite conduzione o irraggiamento.

Gli essiccatori per conduzione non vengono praticamente più utilizzati e spesso richiedono tanto gas da portare. Gli essiccatori per irraggiamento invece sono dei panelli con una fiamma diretta.

In sostanza sta a voi valutare in base al tipo di essiccamento che dovete fare, come ottenere un buon risultato con questo strumento che vi aiuterà a cambiare lo stile di vita e delle abitudini in cucina.

Tutti i tagli di un seghetto alternativo

Tutti i tagli di un seghetto alternativo

Sicuramente avrete sentito parlare del seghetto alternativo ma soprattutto le donne, non si sono mai chieste in che cosa consiste questo prodotto. Fa parte della categoria degli elettroutensili molto popolari e utilizzati per la sua semplicità di utilizzo. Infatti, la velocità può essere regolata in maniera elettronica e consente di tagliare materiali di vario spesso: legno, plastica e metalli. Inoltre è possibile effettuare diverse tipologie di taglio.

Come si presenta un seghetto alternativo?

Il seghetto alternativo non è altro che una piccola sega a motore composta da un’impugnatura ergonomica, un vano motore dotato di un meccanismo a biella che permette alla lama di muoversi in maniera alternativa avanti e indietro.

Alcuni seghetti a batteria dalle caratteristiche più complete, sono in grado di offrire anche un variatore elettronico di velocità che consente di variare la velocità da un minimo di 600 a un massimo di 2500 giri al minuto e quindi adattarlo in base al tipo di materiale che è necessario utilizzare. Ricordate sempre che quanto è più duro il materiale e maggiore saranno le possibilità di ridurre la velocità.

E’ importante scegliere diversi tipologie di lame in base ai tutti i materiali su cui sarà necessario lavorare. Infatti, tutto dipende dalla tipologia di dentatura di ogni lama, solo in base alla scelta più adatta si potranno ottenere ottimi risultati.

Come si utilizza?

Vi siete mai chiesti come si utilizza il seghetto alternativo? La risposta è molto semplice, infatti, non sarà necessario utilizzare molta forza ma è fondamentale essere precisi. Per prima cosa il seghetto alternativo deve essere impugnato con due mani, ricordando di fisare l’elemento da tagliare con i morsetti appositi.

Successivamente per eseguire un’apertura in un pannello è importante segnare con una matita dove bisogna effettuare l’apertura. Eseguite due buchi all’interno dei due angoli del tracciato, in modo da poter inserire la lama senza problemi e avanzare in maniera regolare ma lenta. E’ opportuno fermarsi solo quando il taglio è terminato. Nei casi in cui l’apertura sia circolare è importante eseguire solo un foro in un punto qualsiasi.

Cercate di inclinarvi sopra la macchina quando state effettuando il taglio, per vedere bene sia la lama del seghetto che la linea guida da seguire con la massima precisione. In caso di problemi con l’ultimo centimetro del pezzo da tagliare, assicuratevi di ridurre la velocità e di sostenere lo scarto per evitare che si scheggi e infine spegnete prima l’interruttore e attendete il blocco della lama.

Rasarsi la barba non è sempre semplice: modi e consigli

Per un uomo, radersi la barba è spesso un impegno che si presenta difficoltoso o poco efficiente soprattutto se si è abituati a farla crescere di molto per poi sfoltirla o rasarla completamente. L’uso del rasoio è molto importante sia per la propria estetica, in modo da avere una rasatura perfetta, e sia per la cura della propria pelle, in modo che dopo la rasatura non vi siano segni o tagli che sfigurano il volto.

Rasoio elettrico o rasoio usa e getta?

Per rasarsi la barba vi sono due tipi di rasoi, uno usa e getta, e uno elettrico. Il primo spesso ha un’aderenza alla pelle del viso un po’ più aggressiva rispetto invece al rasoio elettrico. Il rasoio usa e getta richiede più lavoro da parte di un uomo intenzionato a togliersi completamente la barba ed avere dunque un viso liscio e pulito. Spesso il rasoio usa e getta genera delle piccole lesioni, dei piccoli tagli nonostante possa avere doppia o tripla lama, accompagnate da una base oleosa che aiuterebbe il rasoio a scivolare sulla pelle e non creare ferite.

Il rasoio usa e getta è comodo perchè non deve essere pulito o ricaricato all’alimentatore come il rasoio elettrico. Questo infatti, è uno strumento un po’ più sofosticato, e durante la rasatura è sempre consigliabile tenere la pelle un po’ tesa per ottenere una pulizia totale dei peli, come accde anche per il rasoio usa e getta, è consigliabile effettuare la rasatura contropelo.

Ottenere la rasatura desiderata con i rasoi elettrici

Esistono diversi tipi di rasoi elettrici, vi sono i rasoi a tre testine circolari al cui interno ruotano contemporaneamente tre lame circolari che dovrebbero assecondare la fisionomia del viso durante la rasatura. Vi sono poi i rasoi a lamina, che contengono una sorta di coltello che vibra con alla base una lamina forata che taglia i peli della barba. E’ necessario che il rasosio elettrico venga pulito dopo al massimo due o tre volte che lo si è utilizzato, poiché al suo interno rimangono residui di peli che possono rendere il rasoio mal funzionante.

Vi sono però delle pelli sensibili che spesso dopo la rasatura, o durante, si irritano facilmente e presentano la fuoriuscita di brufoli e foruncoli. Per prevenire ed evitare questi problemi è utile utilizzare delle creme apposite e delicate che proteggono la pelle, e per la scelta del rasoio elettrico da utilizzare si consiglia spesso quello con sistema a lamina o con dispenser di crema idratante.

Come si comunicava prima

Come si comunicava prima della odierna e gettonata connessione ADSL

La connessione ad internet è ormai una vera e propria necessità. Oggi quasi nessuno può fare a meno di internet, perchè con il web si può fare davvero ormai di tutto, dagli acquisti, ai pagamenti, al giocare, all’informarsi, al comunicare in generale e soprattuto al giorno d’oggi, si può anche lavorare. Internet è un bene comune, e i vantaggi ad usare una connessione sono veramente tanti, per questo bisogna tener conto dell’importanza del modem, un’invenzione che esiste fin dagli anni ’20.

Gli albori e lo sviluppo dei modem

Pare che i modem esistevano gia dagli anni ’20 e venivano usati insieme alle telescriventi per inviare dati con la rete telefonica. Il modem analogico veniva usato soprattuto alla fine degli anni ’40 quando l’US Air Force aveva la necessità di trasmettere sia dati che immagini radar al comando generale. Durante gli anni ’50 invece il Modulatore/Demodulatore fu oggetto di sperimentazioni tecniche volte a migliorare il suo funzionamento, da parte dei Bell Laboratories che insieme ad alcuni modelli di telescriventi riuscirono a ricevere dati fino a 150 bit al secondo.

E’ nel 1962 che arriva invece il primo modem commerciale, denominato Bell 103 e messo in commercio dalla AT&T. Questo modem consentiva trasmissioni in full-duplex, funzionalità di FSK – frequency-shift keying, una velocità di 300 bps.

In quel periodo non era ancora un’azione legale da parte di chiunque, collegare il modem alle linee telefoniche tramite doppino telefonico, i modem erano progettati per avere la cornetta alla base con una forcella e due cavità, in cui da una parte vi era l’altoparlante e dall’altra vi era il microfono. Con questa progettazione i segnali che l’altoparlante rilevava venivano convertiti in segnali elettrici ed inviati poi per la demodulazione.

Negli anni ’70 avvengono sperimentazioni ingegneristiche che preannunciano l’odierno sopravvento della tecnologia.

La velocità dei modem si evolse negli anni ’70 con l’arrivo delle BBS – Bullettin board system, dei computer che utilizzavano dei software che permettevano la connessione tramite una linea telefonica. In questo periodo vi fu la comparsa del modem da 1200 baud con i primi algoritmi di compressione. Nel 1977 ci fu il primo modem domestico, creato da Dale Heatherington e Dennis Hayes, dopo il modem a 2400 bps, nel 1990 si diffusero i modem a 4800 baud, e nel 1991 i modem a 9600 baud, e anno dopo anno vi furono i modem a 14.4Kpbs, seguiti da quelli a 28.9Kbps e da 56Kbps, questi ultimi furono creati dall’ingegnere canadese Brent Townshend.

Successivamente con il nuovo millennio si diffonde il nuovo standard di connessione USB, uno standard che i modem fanno proprio, e il sopravvento della connessione ADSL si è avuto grazie al raggiungimento di 20-30Mbps, e con le tecnologie GPRS, UMTS, HSDPA, le reti mobili possono raggiungere i 7.2Mbps .

Vantaggi dello spazzolino elettrico

Vantaggi dello spazzolino elettrico

L’igiene orale è senza dubbio una caratteristica molto importante dell’organismo umano, e per curarla al meglio, e prevenire problemi come l’alitosi o le carie ai denti vi sono diversi modi, uno tra questi è l’uso dello spazzolino elettrico.

Caratteriatiche dello spazzolino elettrico

Lo spazzolino elettrico è costruito in modo differente dallo spazzolino manuale. Lo spazzolino elettrico per le sue caratteristiche, spesso risulta molto più utile e pratico per la propria igiene orale, è composto da una testina caratterizzata da setole che roteano e vibrano a frequenze differenti che possono essere regolate manualmente. Questo tipo di spazzolino funziona a batterie, che devono poi essere ricaricate con l’alimentatore o eventualmente sostituite, se si usano le pile.

Queste batterie fanno funzionare il motore che vi è all’interno dell spazzolino elettrico e che fa muovere e vibrare la testina con le setole. Vi sono degli spazzolini elettrici più potenti che sono chiamati idropulsori. Questi spazzolini sono molto utili per pulire a fondo depositi di placca e di cibo che si collocano tra le gengive e i denti. Lo spazzolino idropulsore genera un potente getto d’acqua pressurizzata, ed è ideale per pulire protesi, apparecchi e capsule dentali.

Perchè scegliere o non scegliere lo spazzolino elettrico

Molti professionisti dell’igiene orale considerano lo spazzolino elettrico uno strumento molto efficace per pulire i denti, questa affermazione viene confermata da numerose ricerche sull’igiene dentale. Ma lo spazzolino elettrico viene considerato molto utile soprattutto per persone disagiate o che potrebbero praticare male l’igiene dentale, come i bambini che inoltre, rimangono spesso affascinati da tale strumento tecnologico, o i portatori di handicap che presentano limiti a livello fisico e motorio per poter praticare al meglio la pulizia dei denti.

Lo spazzolino elettrico rimane comunque uno strumento da considerare molto sofisticato perchè se non viene utilizzato correttamente, a volte può comportare anche conseguenze negative rispetto alla costituzione fisica della cavità orale del soggetto che lo usa. Lo spazzolino elettrico migliore è noto anche per la sua capacità di provocare carie, varie lesioni alle gengive, recessioni gengivali o gengivite ritirate.

Per questi motivi, è consigliabile consultare il proprio dentista di fiducia per avere dei consigli attendibili su un corretto utilizzo dello spazzolino elettrico. Vi sono dei casi in cui il dentista potrebbe consigliare al proprio paziente, l’utilizzo di uno spazzolino manuale, ma tutto può dipendere dall’effettiva necessità che un paziente presenta nel prevenire o nel curare l’eventuale placca che si deposita sui denti rendendoli opachi, dal colore giallatro e suscettibili ad altre eventuali infezioni opportunistiche.

Benefici di un gasatore per l'acqua

Benefici di un gasatore per l’acqua

Sicuramente tutti avrete sentito parlare del gasatore di acqua, ma come funziona questo elettrodomestico che sembra particolarmente apprezzato dalle casalinghe di tutto il mondo? Iniziamo a dire che il gasatore è un apparecchio che permette di rendere frizzante l’acqua del rubinetto.

Il vantaggio è quello di non spendere più un sacco di soldi in bottiglie di plastica che sono sempre difficili da smaltire. Nella maggior parte dei casi, funziona senza pile né elettricità e può essere anche piuttosto semplice da utilizzare anche per chi lo utilizza per la prima volta.

Quali tipologie di gasatore esistono?

Esistono i gasatori da integrare al rubinetto di casa che permettono di avere acqua potabile e frizzante per sempre, oppure le soluzioni mobili che non fanno altro che effettuare una frizzantezza in una bottiglia PET dedicata. Nel secondo caso i prodotti non rendono frizzante solo l’acqua ma anche innumerevoli bevande da preparare direttamente a casa.

Con il gasatore collegato al rubinetto, si può avere acqua fresca di qualità con una maggiore sicurezza nei confronti delle sostanze contaminanti. Quindi è necessario valutare quale tipo di gasatore fa al caso vostro, di certo il risultato finale viene offerto con prodotti di altissima qualità, basta saper scegliere.

Conviene utilizzarlo?

Il gasatore è uno strumento molto conveniente da utilizzare, visto che permette di accedere a un igiene di un certo livello. Infatti, non avete mai pensato a tutte le condizioni igieniche che subisce una semplice bottiglia di plastica? Grazie alle bottiglie integrate insieme al gasatore, potrete avere una buona qualità, ricordandovi sempre di lavare in maniera regolare con acqua non troppo calda.

Valutate con attenzione se le bottiglie possono essere lavate in lavastoviglie, secondo alcuni studi è stato dimostrato che l’impego non corretto di queste bottiglie può causare la formazione di contaminati all’interno dell’acqua, causate da carenze igieniche.

In ogni caso vare la pena utilizzarlo perché vi farà risparmiare il costo delle bottiglie di plastica e del loro smaltimento, per non parlare della possibilità di avere acqua fresca senza problemi da gasatore portatile oppure dal rubinetto. Tutto dipende dalle esigenze che richiedete e vedrete che il gasatore diventerà il vostro prodotto migliore amico.

Soprattutto chi beve tantissima acqua frizzante, scoprirà quanto sia piacevole avere un gasatore sempre a portata di mano per offrire bevande o acqua frizzante in ogni momento. Basta valutare il tipo di utilizzo e scoprire se il prodotto fa davvero al caso vostro.

alimentazione corretta con il spremiagrumi

Un’alimentazione corretta con il spremiagrumi

Molto spesso si considerano le diete come necessarie per dimagrire, perdere peso e mantenersi in forma, ma sempre più esperti dell’alimentazione affermano che invece di saltare pranzi, spuntini o cene, è molto più utile per il nostro organismo mangiare poco e bene. La frutta è sicuramente il cibo più consigliato sia per perdere peso che per acquisire vitamine, e per condire al meglio il tutto spesso si ricorre all’uso di un utilissimo spremiagrumi.

Saper scegliere la migliore frutta è fondamentale per il nostro benessere

L’uso dello spremiagrumi è adatto per chi vuole assaporare diversi frutti mischiati e frullati, e talvolta conditi con altri ingredienti come il latte, o il cacao. Lo spremiagrumi è uno strumento che non può mancare per chi è abituato a coltivare la passione dei “fai da te” in cucina e nella propria vita domestica in generale. Spesso, chi si dedica a questo tipo di attività, è attento alla scelta del cibo da gustare, agli ingredienti e alla loro qualità. In uno spremiagrumi è sempre meglio inserire frutta di stagione, ed oorganica, è quella frutta più sana e nutriente che non può fare altro che bene al proprio organismo e alla propria salute. Al contrario sono sempre più dannosi, o quasi, i frutti importati, cresciuti in idroponica, spruzzati con pesticidi o altri prodotti chimici.

Spremiagrumi o frullatore, l’improtante è preparare bene gli ingredienti

Vi sono frutti e agrumi che presentano caratteristiche particolari e devono essere preparati e trattati al meglio prima di essere inseriti nello spremiagrumi o nel frullatore. Ad esempio, la buccia di arancia e pompelmo è molto spessa e può bloccare l’attività dello spremiagrumi, si deve togliere il guscio alla fruta secca, il nocciolo dove è presente, come nelle pesche, nelle prugne o nel mango. La frutta deve essere sempre tagliata a pezzetti, è doveroso chiudere sempre lo spremiagrumi o il frullatore. Si deve inoltre fare attenzione affinchè non si formino delle masse durante l’attività dello spremiagrumi, e per facilitare il tutto, si può anche aggiungere un po’ d’acqua, utile a diluire il composto che una volta ottenuto potrà essere consevato in frigo anche per un paio di giorni.

Per il benessere del proprio organismo, però, è più utile bere il succo praticamente subito dopo averlo ottenuto, ma vi sono anche altri modi per assaporarlo, come ad esempio preparare sorbetti, giaccioli o zuppe. Nello spremiagrumi si possono ovviamente anche frullare le verdure, che insieme alla frutta regalano un succo molto energico e dal sapore molto gradevole. Ad esempio si possono spremere insieme: un piccolo cetriolo, mezzo cavolo, una pera senza il torsolo, un cucchiaio di sedano e tre gambi di sedano.